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Chiesa Collegiata di San Marciano Vescovo

La chiesa conosciuta anche come "chiesa madre" edificata del VII secolo
Indirizzo Largo Duomo, 1, 83030 Taurasi AV, Italia
Nome alternativo Chieda di San Sebastiano
Punti di contatto
Cap 83030
Modalità di accesso

Accessibilità

Barriere architettoniche: scale

Costo

Ingresso gratuito

La chiesa ha una facciata di tipo a capanna ed è preceduta da una breve scalinata di nove scalini che porta all'artistico portale in pietra sormontato da un frontone spezzato da una nicchia.

Dalla nicchia si può osservare un affresco del 1997 di A. Froncillo, raffigurante il s. Patrono. Al di sopra di essa vi è un finestrone rettangolare con vetri variopinti e ai lati varie lesene e decorazioni stuccate in stile barocco. Tutto ciò è sovrastato da un rosone.


L'interno è a unica navata coperta da una volta affrescata sostenuta da colonne stuccate nelle quali domina il barocco; alle pareti vi sono sei arcate con altrettanti altari marmorei.

Di fronte all'entrata si apre l'abside, con la volta stuccata dai Quattro Evangelisti.
È comunemente detta "chiesa madre", nel senso di "prima", di "più importante".

Dal punto di vista cronologico la chiesa ha una storia architettonica molto densa.

  • Nel VII secolo i Longobardi, divenuti cristiani, edificano la chiesa e come scrisse Iannacchini «Vuolsi che il Duomo [...] si erga sopra le rovine di un tempio pagano [...]».
  • Tra il 900 e il 910, la chiesa è distrutta dai Saraceni.
  • Nel 1150 la chiesa, durante il vescovato di Frigento Martino, viene riconsacrata dopo la ricostruzione.
  • È del novembre del 1260 il primo documento conosciuto dove è citata la chiesa in onore di San Marciano.
  • Il 18 marzo del 1590 la chiesa assume il titolo di "Collegiata".
  • Nel 1656, dopo la peste, venuti degli ecclesiastici stranieri, benché beneficiati di questa chiesa, riportano gli usi della stessa ma senza indossare le insegne canonicali.
  • Nel 1745 avviene la ricostruzione in stile barocco.
  • Nel 1747 Don Pietro Uberti fa costruire l'altare maggiore e, nello stesso anno, Don Leonardo Casale quello della Madonna del Carmine.
  • Nel 1748 Don Pietro Uberti fa costruire l'altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù.
  • Nel 1750, come dalla fonte catasto onciario, si legge «Per rifazione di Fabbriche, per mantenimento di detta Chiesa, giusta dette appuntamento annui ducati 50».
  • Nel 1758 Monsignor Benedetto Latilla, vescovo di Avellino e Frigento, nella sua visita richiama in vigore gli antichi statuti e privilegi e riconcede all'Arciprete e ai canonici addetti al servizio le insegne di dignità, consistenti in cappa e rocchetto.
  • Nel 1796. Don Sebastiano de Rosa, vescovo di Avellino e Frigento, consacra l'altare maggiore
  • Nel 1816, come da fonte Contribuzione Fondiaria, si legge «Comune di Taurasi - Chiesa Madre».
  • Il 28 giugno 1826 scrive lo Zigarelli «E così la collegiata di che trattasi, per virtù ancora del Sovrano rescritto, presenta quattordici canonici, sei maggiori, ed otto minori, e trà primi vanno compresi l'arciprete ed il primicerio, dé quali, l'uno oltre la prebenda, percepisce le rendite dell'antica badia di s. Pietro che gli servono di congrua, e l'altro similmente quelle del tenue benefizio sotto il titolo di s. Quirico».
  • Nel 1845, a causa delle intemperie la chiesa subisce gravi danni.
  • Nel 1852, l'Arciprete Don Giuseppe de Angelis dona un'artistica balaustra.
  • Nel 1853, Don Vito Masiello fa rifare il pavimento della chiesa.
  • Nel 1896, grazie alla devozione di cento taurasini residenti all'estero è dedicato un altare a Maria Santissima Ausiliatrice, e, nello stesso anno, il Sindaco facente funzione G. Massa ne dedica un altro a Sant'Antonio da Padova.
  • Nel 1930, il pittore Ciriaco D'Indio, affresca le pareti raffigurando Santa Maria Goretti, San Domenico, San Francesco d'Assisi e San Filippo Neri.
  • Il 28 ottobre 1948 Don Guido Bentivoglio, Vescovo di Avellino, dedica l'altare maggiore a San Marciano Vescovo.
  • Nel 1950, l'Arciprete Don Luigi Liberto fa restaurare la chiesa.
  • Nel 1951, è dedicato un altare a San Lucia grazie alla devozione della famiglia Caprio.
  • Nel dicembre del 1973 la chiesa subisce notevoli danni da un'eccezionale nevicata.
  • Nel 1981, lavori di consolidamento a seguito del sisma del 23 novembre del 1980.
  • Nel 1992, sono svolti ulteriori lavori.
  • Nel 1995 è consacrato dal Vescovo di Avellino Don Antonio Forte, un nuovo altare donato dal Sindaco Antonio Guastaferro.

Di particolare rilevanza all'interno della chiesa si può osservare l'altare maggiore del 1747, la balaustra in marmo bianco con gli stemmi della chiesa e della famiglia de Angelis e con un cancelletto di ghisa risalente al 1895, e la bellissima statua lignea di San Marciano Vescovo, opera precevole di Giacomo Colombo, risalente al 1708.

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